mercoledì 30 novembre 2011

Discesa.


(Foto Stefania Mariposa D'Ambrosio)



E' qui che si mostrano
Questi anni penduli come il seno svuotato dai figli.
Il cielo mi ricalca le spalle e tutto torna dritto.
Immensamente più dignitoso del tuo perdono,
delle muse malaticce nelle mie canzoni.
Puoi dire ciò che vuoi,
in quest'ordine di bellezza che non ci appartiene,
in questo colloquio con il mondo in cui sei solo,
inascoltato, ombra.
Io so dove è nata la lingua,
dove dormono gli odori amari della notte,
so che la tua strada non è la strada giusta,
che riempi le tasche dei padroni.
E brilla nei miei occhi,
brilla senza umanità,
il ricordo della castità morta
nella bocca dei porci.


Luciana Manco

giovedì 17 novembre 2011

Autunnale solitudine.

(foto Stefania Mariposa D'Ambrosio)





In questo giorno essiccato.
Lontano il sole quindicenne dell'estate.
Le foglie muoiono come muoiono gli uomini.
E i morti non insegnano nulla.
La fiamma si estingue.
Il corpo nero dell'altro è il nostro corpo.
Non ho mai saputo dove hai appeso la tua ultima frase.
In nessun angolo della mia bocca esiste il perdono.
Tu sei un trofeo di caccia e siamo entrambi senza padre.
Tu sei un'ulcera aperta, muschio di lebbra, neve che imbalsama.
Il piede instabile sul bordo di latta del mio dentro, del mio interno.
Ed io sono io, una rovina resistente alla vita,
una di quelle ali infilate nelle poesie e che non funzionano mai.
Sono la figlia minore dell'inverno.
Il fiato che veste il vetro e che tu rompi di parole.
Il muro. La mente. L'armatura di borchie.



Luciana Manco